Astronomia in Dante è l’argomento trattato dall’Ing. Alessandro Piobbico,
già relatore della nostra ultima edizione della sesta edizione del convegno Assisi Nel Vento, questo il filmato tratto dal suo canale You Tube:
A seguire un breve commento e le foto con il sindaco e gli organizzatori…
Patrocinata dal Comune di Assisi, l’ Accademia Properziana;
il Circolo del Subasio e l’ Associazione “Gruppo Astrofili Monte Subasio” di Assisi,
il titolo dell’interessante conferenza è:
‘L’ astronomia con gli occhi di Dante’.
In essa il relatore ha spiegato con parole molto semplici,
per quanto fosse difficile usarle data la complessità dell’argomento,
quanto l’astronomia traspaia nei lavori del sommo poeta,
Divina Commedia, in primis.
Non è un caso che l’ultimo verso dell’ Inferno, Purgatorio e Paradiso,
contiene una citazione delle stelle.
XXV Canto del Paradiso le stelle sono le Parole di Dio
Così pure nel XXV canto del Paradiso, al versetto 70,
Dante, rispondendo a San Giacomo, che nell’università delle stelle
lo sta esaminando sulla virtù della speranza, usa l’espressione
‘Da molte stelle mi vien questa luce’ con riferimento alle Scritture.
Omaggio al Sindaco e all’Associazione Astrofila
Durante la conferenza Alessandro Piobbico ha voluto omaggiare il sindaco
con una slide che rappresentava il cielo, nel giorno della sua nascita
(ovviamente privo del riferimento all’anno).
Un omaggio è stato reso anche al gruppo di astrofili del Monte Subasio,
illustrando le loro attività e la loro importante scoperta della Supernova sn2012aw.
Sistema Tolemaico e il terrapiattismo contemporaneo
Ascoltando con attenzione le dotte parole di Piobbico,
si comprende molto bene che l’odierno fenomeno del terrapiattismo
non ha nulla a che vedere con le concezioni medioevali all’epoca di Dante.
Si parla infatti di sistema geocentrico, quello che utilizza Dante,
e che vede un geoide terrestre immerso in cieli concentrici,
non una ‘frittata’ piatta e di sistema eliocentrico,
quello che introdurranno secoli dopo Copernico e Galilei,
sistema ormai superato dall’odierna visione contemporanea molto simile
all’osservazione che Dante stesso fa dai cieli del Paradiso guardando la terra.
Una foto ideale che solo dopo quasi sette secoli verrà fisicamente scattata
dal Voyager e che lui scatta così con questi versi nel XII Canto del Paradiso:
Col viso ritornai per tutte quante
le sette spere, e vidi questo globo
tal, ch’io sorrisi del suo vil sembiante;
e quel consiglio per migliore approbo
che l’ha per meno; e chi ad altro pensa
chiamar si puote veramente probo. (Par, 133-138)
Le Quattro Stelle, virtù cardinali o la croce del Sud?
Piobbico ha fatto cenno all’annosa questione
se Dante fosse stato a conoscenza o meno della stella del sud, senza
prendere alcuna posizione, privilegiando quella della casualità,
e che cioè Dante parlasse delle quattro virtù cardinali.
Nei versetti del primo canto del Purgatorio, che è un monte,
venutosi a formare a causa dalla caduta di Lucifero nel centro della terra,
Dante sembra descrivere proprio la croce del sud:
I’ mi volsi a man destra, e puosi mente
a l’altro polo, e vidi quattro stelle
non viste mai fuor ch’a la prima gente.
Goder pareva ‘l ciel di lor fiammelle:
oh settentrional vedovo sito,
poi che privato se’ di mirar quelle! (Purg. 1, 22-27)
La recente scoperta fatta sul pappagallo australiano citato
nel trattato di caccia di Federico II
e il ritrovamento della macchina di Anticitera
danno l’idea di un mondo più ‘connesso’ e più ‘digitale’
di quello che comunemente si crede.
Tanto da giustificare una conoscenza cosi dettagliata da parte di Dante
sulle costellazioni stellari che si vedono dall’emisfero dal Sud del mondo
e che nessuno dei suoi contemporanei aveva visto?
Claudio Pace 12/09/21 sulla Astronomia in Dante